giovedì 31 luglio 2008

SEPARAZIONE CONSENSUALE E GRATUITO PATROCINIO (PATROCINIO A SPESE DELLO STATO)

Mi è capitato di sentir dire a qualcuno che l’avvocato contattato per la separazione si è rifiutato di chiedere il patrocinio a spese dello Stato, sostenendo che questo è previsto solo in caso di separazione giudiziale e non anche per la separazione consensuale, e conseguentemente, ha richiesto al separando il pagamento dell’intero onorario.
Mi sento di dissentire da questa posizione.
La norma contenuta nell’art. 74 comma II del T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia (D.P.R. 115/2002), norma che istituisce il patrocinio, afferma che “è assicurato il patrocinio nel processo civile, amministrativo, contabile, tributario e negli affari di volontaria giurisdizione, per la difesa del cittadino non abbiente quando le sue ragioni risultino non manifestamente infondate.”
E la separazione consensuale rientra appunto tra gli affari di volontaria giurisdizione.
Il successivo art. 76, inoltre, nel disciplinare le condizioni per l’ammissione, indica che può beneficiare del patrocinio a spese dello Stato chi è titolare di un reddito imponibile ai fini dell'imposta personale sul reddito, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a euro 9.723,84.
Questa soglia è aggiornata ogni due anni sulla base degli indici ISTAT.
Per il raggiungimento della soglia, inoltre, se l’interessato convive con il coniuge o con altri familiari, devono essere sommati al reddito dell’istante, tutti i redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia.
Tuttavia, quando la causa verte su diritti della personalità, ovvero nei processi in cui gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi (e la separazione ne è un classico esempio), si dovrà tenere conto del solo reddito personale.
Mettiamo, quindi, una separazione consensuale in cui il marito gode di un reddito superiore alla soglia e la moglie non lavora (o ha un reddito inferiore alla soglia), il marito dovrà pagare l’onorario al proprio avvocato mentre la moglie potrà fare istanza di ammissione al patrocinio a spese dello stato.
Lo stesso varrà se entrambi preferissero farsi difendere da un solo legale. In questo caso l’avvocato farà istanza di ammissione per uno solo dei due per metà dell’onorario, e presenterà metà della parcella all’altro.
Ovviamente sarà bene chiedere preventivamente al difensore se è inserito nell’apposito elenco tenuto dall’Ordine degli Avvocati di appartenenza perchè possa presentare l’istanza di ammissione.

giovedì 17 luglio 2008

aumentare i visitatori del tuo sito

Chi gestisce un blog lo sa (come me da qualche giorno).
A che serve postare in rete, anche materiale interessante, se poi il nostro sito non lo visita nessuno?
Esistono moltissimi metodi per acquisire visibilità in rete, alcuni anche costosi.
Ma il più semplice in assoluto è quello proposto qui:

http://www.b4ckd00r.altervista.org/?p=20

http://darkshock.wordpress.com/2008/07/10/come-aumentare-il-pagerank-del-proprio-sito/

venerdì 11 luglio 2008

separazione senza avvocato

Sono sempre di più le coppie che in Italia si separano senza l'ausilio di un legale.
L'esenzione da ogni spesa prevista dalla legge per questa materia, inoltre, permette alle coppie che scelgono una separazione "fai da te" di ottenere una pronuncia di omologazione della separazione rapidamente e praticamente a costo zero.
Attenzione, però.
Ecco le regole essenziali per non commettere errori.

1) Anzitutto occorre separarsi consensualmente.
Ed infatti solo per la separazione consensuale, che non è un procedimento propriamente "contenzioso" è possibile fare a meno dell'assistenza di uno o più difensori.
Questo presuppone che i coniugi siano d'accordo su tutto e che non vi siano aspetti che devono essere sottoposti alla decisione del Tribunale.
I coniugi che si separano dovranno esporre nella domanda di separazione tutti i punti dell'accordo già raggiunto che contempli tutti gli aspetti (affidamento della prole, assegno di mantenimento per i figli ed eventualmente per il coniuge che non gode di reddito, assegnazione della casa familiare, regolamento delle visite per il genitore che non convive con i figli.. ecc.)

2) In secondo luogo occorre redigere un ricorso, che va depositato nella cancelleria del Tribunale del luogo di residenza dei coniugi. Il ricorso va redatto congiuntamente, deve essere sottoscritto da entrambi, deve contenere la domanda di separazione personale e, soprattutto, deve indicare i termini dell'accordo di separazione. Su questo punto occorre molta attenzione, poichè il Tribunale non omologherà la separazione se riterrà che gli accordi contenuti possano essere svantaggiosi per i figli. Al ricorso va allegata la documentazione: i certificati di residenza dei coniugi, lo stato di famiglia, l'estratto dell'atto di matrimonio ed i documenti attestanti i redditi di entrambi, meglio se relativi agli ultimi 3 anni.

3) Il ricorso va poi iscritto a ruolo. Il fascicolo contenente il ricorso ed i documenti allegati va depositato presso la cancelleria delle iscrizioni a ruolo insieme alla nota di iscrizione che deve essere compilata su apposito modulo. Depositato il ricorso si dovrà ritornare dopo circa una settimana, per conoscere la data fissata per l'udienza dinanzi al Presidente.


4) All'udienza fissata i coniugi dovranno comparire personalmente e saranno ascoltati dal Presidente che tenterà la conciliazione. Se la conciliazione non riesce e le parti insistono nel ricorso, la causa andrà in riserva per l'omologazione.

5) Le parti avranno quindi cura di informarsi presso la cancelleria se è stata ottenuta l'omologazione. Da quel momento i coniugi saranno separati. La relativa comunicazione all'Ufficiale di Stato Civile è a cura della cancelleria.

mercoledì 9 luglio 2008

Benvenuti

http://www.articolista.com/libri-e-editoria/se-e-la-donna-a-non-volersi-sposare.html

Inizio oggi a trattare gli argomenti del matrimonio, della separazione e del divorzio.
Dalla mia esperienza di avvocato esperto in materia di famiglia mi sono accorta che le problematiche reative a questi argomenti, specialmente alla separazione, che è il punto cruciale della crisi della coppia coniugale, sono molto spesso ricorrenti e molto simili tra loro.
Anche se è vero che non esiste un caso uguale all'altro, ed una separazione uguale all'altra, è altrettanto vero che le questioni coinvolte si ripetono con una certa costanza, tanto da potere spesso anticipare, (quando ne hai viste tante!) quello che i tuoi clienti faranno, o stanno per dirti.
Mi auguro, quindi, di poter essere di aiuto, mettendo a disposizione la mia esperienza, e soprattutto quella di tante coppie che si sono separate, a tutti quelli che stanno affrontando questo momento tanto delicato della propria vita.
E non a caso, prima di entrare veramente nel vivo dell'argomento, ho scelto di postare un articolo trovato in rete, che la dice lunga su come la società stia profondamente cambiando la prospettiva con cui guarda il tema del matrimonio.



Se è la donna a non volersi sposare?

by: Redazione DonnaD

Della Sindrome di "Peter Pan", famoso personaggio delle fiabe associato alla figura maschile di eterno ragazzo che scansa le responsabilità e vive giorno per giorno, si parla spesso. Accanto a questa tipologia maschile si sta espandendo un nuovo simbolo di riferimento per la donna che si potrebbe ispirare questa volta al personaggio fiabesco di "Trilly", amica fedele di Peter Pan.

Come "Campanellino" questa ragazza ama la libertà e vuole decidere della sua vita in modo autonomo senza condizionamenti esterni. E' una donna che mostra la necessità di volere sempre nuovi traguardi, non vuole sposarsi e creare una famiglia per scelta, una scelta sempre poco capita ed apprezzata dalla società odierna.

Quando una donna arriva in "età da marito", di solito tra i 25 e i 35 anni, sono molti i consigli che le vengono rivolti da familiari, psicologi, sessuologi e chiromanti perchè il suo destino si affianchi a quello di un uomo che la porti a pronunciare il fatidico "sì" ; indispensabile poi coronare l'unione con "almeno"un bambino. In alternativa, per le meno tradizionaliste, c'è la possibilità di convivere e magari creare una famiglia in secondo tempo. Poche persone ammettono la possibilità che sia la ragazza stessa a non volere perseguire questo cammino che appare per i più un obiettivo naturale e necessario.

Le donne "Campanellino" non amano pianificare la propria vita a lungo termine e decidere se ed in quale determinato momento debba avvenire il passaggio da single a donna sposata. Queste donne sono interessate a vivere la loro vita in modo pieno, impegnate in molteplici esperienze ed attirate dalla possibilità di perseguire ruoli lavorativi professionali ed autorevoli.

Queste donne non soffrono la solitudine, anzi la cercano e decidono poi di riempire la casa di amici solo quando il tempo e la voglia glielo richiedano. Sono loro "gli amici" a diventare non solo i confidenti ma un vero e proprio"surrogato" dell'amore di tutta una vita: c'è l'amica che le accompagna a fare shopping, l'amico che le coinvolge la domenica in un incontro di tennis, l'amica che la invita spesso a cena o a bere il caffè per due chiacchiere o l'amico pronto a scarrozzarla se ha l'auto in panne: questo continuo alternarsi di visi, personalità e caratteri le riempiono le giornate e non la fanno sentire sola. Il desiderio di questa donna è quello di prendersi uno spazio nella società senza doversi sentire in colpa per qualcosa che non ha mai desiderato veramente fino in fondo.

In alcuni casi la ragazza fortemente convinta della propria scelta, instaura con l'altro sesso un ruolo che si ripete come un copione; questo suo comportamento la porta a scegliere prima di tutto se stessa e la propria felicità a scapito di un duraturo rapporto di coppia.

C'è la donna bellissima che ha la consapevolezza di questo potere e che preferisce creare con l'uomo una specie di sfida, il suo obiettivo e il suo piacere sta nel conquistarlo e nel sentirsi desiderata senza peraltro rimanere invischiata sentimentalmente da nessuno di quelli che incontra.

C'è la donna che trasforma la relazione con un uomo in un gioco di logica, ama sezionare ogni parte del malcapitato trovando sempre qualche difetto più o meno nascosto: alla fine dell'analisi nessun uomo risulta mai alla sua altezza.

C'è la donna che ama la sua libertà perché ha una vita talmente ricca che un uomo romperebbe gli schemi di questo suo benessere interiore facendola sentire quasi prigioniera.

C'è la donna che ha idealizzato la figura dell'uomo e quindi attende con fiducia che questo un giorno si presenti a loro; è la donna che vive i sentimenti con romanticismo e non accetterebbe mai una storia di solo sesso.